Privatizzazioni, dal Consiglio dei Ministri ok al decreto per Poste italiane: sul mercato il 40%

Si avvia ufficialmente il percorso di privatizzazione delle quote della partecipata statale Poste Italiane.

Il Consiglio dei Ministri ha infatti dato il via libera al decreto che contiene i criteri di privatizzazione della compagnia. Il governo, su indicazione del premier, Matteo Renzi, e del ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha deciso di mettere sul mercato fino al” 40% delle Poste, in una o più tranche. Come da attese, dunque, la maggioranza resterà in mano al Ministero dell’Economia.

La vendita di Poste
Nella nota che ha seguito il Cdm, il governo spiega che il decreto per Poste prevede “l’alienazione di una quota della partecipazione non superiore al 40%, disponendo che tale cessione – che potrà essere effettuata anche in più fasi – si realizzi attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali“.

Per stimolare la sottoscrizione delle azioni da parte degli stessi dipendenti, il decreto prevede una loro incentivazione. Avranno diritto a “quote dell’offerta riservate (tranche dell’offerta riservata e lotti minimi garantiti)”, oppure vantaggi in termini di prezzo (“ad esempio bonus share maggiorata rispetto al pubblico indistinto”) o ancora modalità di finanziamento privilegiate.

Poco più di una settimana fa, il gruppo postale da 26 miliardi di ricavi annui ha dato il via libera definitivo al ricambio manageriale, con la nomina di Francesco Caio come amministratore delegato, al posto dell’uscente Massimo Sarmi. Tra aprile e maggio l’assemblea aveva anche provveduto a indicare Luisa Todini come presidente. Al nuovo management aziendale è affidato il compito di quotare Poste Italiane. L’operazione dovrebbe fruttare, secondo le intenzioni del governo, circa 4 miliardi, a fronte di una possibile valorizzazione del gruppo di una decina di miliardi.