La pubblicità online vince la crisi e sfiora i tre miliardi di euro di investimenti

L’advertising online resiste alla crisi, con una quota di investimenti che, in Italia, ha toccato i tre miliardi di euro – tra “above the line” (pubblicità online)  e “below the line” ( web marketing) – pari al 15% delle spese complessive in comunicazione pubblicitaria. E’ sicuramente questa la notizia più importante che emerge dalla pubblicazione, pochi giorni fa, del primo rapporto dell’Osservatorio sulla Pubblicità realizzato da Agcom.

Secondo i dati resi noti dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dal 2005 ad oggi la pubblicità sui mezzi classici si è ridotta di un quarto (circa 2,5 miliardi in meno), mentre la pubblicità online è cresciuta di oltre il mille per cento diventando, dopo la televisione, il secondo mezzo pubblicitario in Italia. Una “preferenza” che si spiega considerando la maggiore accessibilità che caratterizza il web anche per quelle aziende, piccole o medio – piccole, che generalmente investono budget ridotti.

In particolare per quanto riguarda la pubblicità sul web la preferenza va verso la pubblicità di tipo search che rappresenta il formato maggiormente richiesto (49%). Una quota significativa continua ad utilizzare il display advertising (31%) e la pubblicità di tipo classifield/directory: i formati con i quali si è diffusa, inizialmente, la pubblicità sul web. Il 17% destina parte delle proprie risorse all’acquisto di inserzioni diffuse attraverso i social network.

Più limitato, invece, il ricorso alla pubblicità video che viene scelta solamente dall’11% degli inserzionisti online. “Nonostante il video advertising possa essere più efficace della pubblicità display classica, il ricorso a tale formato è ancora contenuto, sia perché gli utenti web manifestano, ad esempio rispetto alla televisione, una minore tolleranza alla pubblicità su internet, sia perché molti video sono ancora piuttosto scarni”, spiega il report di Agcom.

Altro settore fortemente in crescita è quello della pubblicità web diffusa via mobile, che si attesta oggi attorno al 12%.
Nonostante l’Italia presenti ancora uno dei tassi di penetrazione più bassi tra i paesi avanzati (circa il 70% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni ha potenzialmente accesso ad internet, ma solo 26,6 milioni, circa il 48%, sono utenti attivi nel mese), è uno dei mercati con la maggior penetrazione degli smartphone ed è tra i primi paesi al mondo come diffusione dei social media.

Consulta la I edizione dell’Osservatorio sulla Pubblicità

 

L’Osservatorio in breve
L’Osservatorio sulla pubblicità si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative, fra cui, l’Osservatorio sulla fruizione dei mezzi di comunicazione e l’Osservatorio trimestrale sulle telecomunicazioni) che, in linea con quanto effettuato a livello internazionale, rappresentano un’occasione di analisi dei settori oggetto di regolazione con l’obiettivo di comprenderne tendenze e dinamiche di mercato, nonché un’occasione per offrire un servizio di informazione e di condivisione dei dati e delle informazioni a disposizione dell’Autorità con tutti i soggetti interessati (imprese, regolatori e utenti). In particolare, con l’avvio dell’Osservatorio sulla pubblicità, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni intende intraprendere un’analisi periodica di un comparto chiave per le dinamiche concorrenziali dei mercati media nonché per la tutela del pluralismo dell’informazione.

L’Osservatorio, ora alla sua prima edizione, si propone, pertanto, di offrire, per la prima volta in Italia, un quadro esaustivo, ma allo stesso tempo, di agevole consultazione circa l’evoluzione e le tendenze generali caratterizzanti il settore della comunicazione pubblicitaria nel suo complesso, storicamente distinto in due ambiti di attività: “above the line” (intendendo con questa espressione tutto il settore della raccolta pubblicitaria sui media, incluso internet) e “below the line” (considerando tutte le attività di comunicazione che non utilizzano i mezzi di comunicazione di massa).