Fatturazione elettronica, per le PA è d’obbligo

Di fatturazione elettronica si parla da tempo, c’è chi l’ha già implementata e chi invece la guarda con diffidenza. Qualunque sia la predisposizione, dal 6 giugno 2014 per la PA è d’obbligo. Da questa data, infatti, ministeri, agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza e assistenza “non potranno accettare alcuna fattura che non venga loro trasmessa in forma elettronica secondo le modalità previste dalla normativa e attraverso lo SDI“, il Sistema di Interscambio gestito da Sogei per conto dell’Agenzia delle entrate, che rappresenta lo standard ufficialmente adottato dall’Italia per la trasmissione e la ricezione delle fatture elettroniche.

Inoltre, entro i prossimi tre mesi, qualunque fornitore delle PA che ha già inviato una fattura cartacea dovrà trasmettere la versione elettronica, in quanto “le PA non potranno procedere ad alcun pagamento, nemmeno parziale, verso i fornitori” fino all’invio delle stesse.

In attesa di vedere come la normativa sarà recepita e implementata, Consip e Inail hanno fatto da apripista, scambiandosi una settimana fa la prima fattura elettronica tramite SDI.

Il passaggio potrebbe non essere del tutto indolore: ad oggi vengono annualmente inviate 3 miliardi di fatture, dei quali solo il 5% è già emesso in formato elettronico. D’altro canto i vantaggi, soprattutto in termini di risparmio economico, sarebbero notevoli. Il Politecnico di Milano ha calcolato che l’obbligo di fatturazione elettronica porterebbe un risparmio annuo pari a 1,6 miliardi, che salirebbe a ben 6.5 miliardi annui se la fatturazione elettronica fosse inserita nell’intero ciclo di fornitura del bene. Dati che assumono ancor più rilievo se si considera che sono relativi a 2 milioni di imprese fornitrici e a uno scambio annuo di 60 milioni di fatture.