L’incompiuta di casa nostra
Non serve richiamarsi a Mozart, Beethoven o Schubert. E’ sufficiente mettere insieme le parole “regole postali”, “liberalizzazione”, e “authority indipendenti”.
Incompiuta doveva essere. E così è ad oggi. Sono passati nove mesi da quando venne approvato il recepimento della Direttiva UE sulla liberalizzazione interna del mercato postale.
Decreto che prevedeva il passaggio delle funzioni di Regolamentazione del Settore Postale ad una Agenzia indipendente. La scelta del Governo cadde sulla istituzione di una nuova Agenzia interamente dedicata alle problematiche del settore postale.
Purtroppo ci fu il pasticcio delle nomine, in quanto alcune delle scelte fatte da Palazzo Chigi nella nomina dei componenti dei componenti dell’organo di vigilanza ha rallentato l’avvio. Tra queste sicuramente la più eclatante fu l’esclusione del direttore generale della Regolamentazione Postale dal novero dei componenti del collegio. Ancor di più il modo in cui ciò avvenne, visto che il nome di Mario Fiorentino fu sostituito improvvisamente nel passaggio da bozza di decreto a testo finale approvato dal Consiglio dei Ministri. E’ proprio dello scorso 22 novembre la sentenza emessa dal Consiglio di Stato, che ha annullato la nomina di Francesco Soru dando ragione alle motivazioni presentate dai legali di Mario Fiorentino, prima fra tutte il riconoscimento delle specifiche competenze propri del direttore generale nel settore postale (requisito inserito come necessario per le nomine al collegio in questione).
Ora tutto torna in gioco. L’Agenzia per la Regolamentazione Postale è stata soppressa. Le competenze per l’attività di regolamentazione sono passate alla già esistente Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Chi se ne occuperà non è definito. O meglio, è spiegato nei commi 13, 14, 15 e 16 dell’Art.21 del Decreto Salva Italia, che però è scritto per valere su Agenzie già funzionanti e forse lascia un po’ di dubbi sull’applicazione ad una Agenzia che ancora non aveva uno Statuto di funzionamento.
Sono in gioco moltissimi interessi economici. E non solo per Poste Italiane e gli altri operatori di delivery che con la liberalizzazione avrebbero dovuto avere nuove regole e nuovi stimoli. In aggiunta ai 6 miliardi circa di Euro di giro di affari per la parte servizi di consegna postale, dobbiamo aggiungere (e qui il Governo stesso a volte se ne dimentica) tutta quella filiera di operatori che lavorano nella produzione di ciò che viene poi postalizzato e consegnato dai servizi postali.
E se sono oltre 140.000 i dipendenti di Poste Italiane, qualcuno ha fatto una stima di quanti sono i dipendenti dei circa 1.800 operatori alternativi (quelli con autorizzazione ministeriale) ? E quanti i dipendenti delle società di stampa e imbustamento ?
E quanti fanno parte delle agenzie di direct marketing che studiano i prodotti da stampare e postalizzare ?
E i lavoratori nelle riviste e magazine a circolazione con abbonamento postale ?
Il tema come si vede è molto vasto, ed ha delle caratteristiche ben diverse da quelle degli altri settori della comunicazione, già regolamentati dall’AGCOM. Da un lato si dovranno gestire licenze di autorizzazione (dalle importanti con TNT Post alle altre con operatori privati più di piccole dimensioni), dall’altro si dovrà avere la forza, competenze e coraggio di essere Autorità che prima di tutto punti alla garanzia della liberalizzazione anche nei confronti ed a favore dell’intera filiera di mercato.
C’è di che lavorare. Purtroppo il tempo è limitatissimo. Si è già perso tempo, risorse e competenze.
Ai nuovi responsabili l’incarico e il compito di fare uno start-up nel minor tempo possibile. La UE ci ha già fatto sapere (ad ottobre con una lettera indirizzata al Ministero) che siamo fuori tempo. In Europa le National Regulatory Authority postali già lavorano assieme per darsi regole europee. Manchiamo solo noi.
Il tempo si può recuperare se si fa tesoro delle competenze presenti e dimostratesi nel periodo di avvicinamento al recepimento della direttiva. Da lì in poi un po’ di buio. Chi riaccenderà la lampadina sul settore ?
NOTA: Tratto dal Decreto Salva Italia pubblicato in G.U il 6 dicembre 2011
Gli enti di cui all’allegato A sono soppressi a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto e i relativi organi decadono, fatti salvi gli adempimenti di cui al comma 15.
14. Le funzioni attribuite agli enti di cui al comma 13 dalla normativa vigente e le inerenti risorse fi nanziarie e strumentali compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, sono trasferiti, senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione, neppure giudiziale, alle amministrazioni corrispondentemente indicate nel medesimo allegato A.
15. Con decreti non regolamentari del Ministro interessato, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi nanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplifi cazione da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono trasferite le risorse strumentali e fi nanziarie degli enti soppressi. Fino all’adozione dei predetti decreti, per garantire la continuità dei rapporti già in capo all’ente soppresso, l’amministrazione incorporante può delegare uno o più dirigenti per lo svolgimento delle attività di ordinaria amministrazione, ivi comprese le operazioni di pagamento e riscossione a valere sui conti correnti già intestati all’ente soppresso che rimangono aperti fi no alla data di emanazione dei decreti medesimi.
16. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge, i bilanci di chiusura degli enti soppressi sono deliberati dagli organi in carica alla data di cessazione dell’ente, corredati della relazione redatta dall’organo interno di controllo in carica alla data di soppressione dell’ente medesimo e trasmessi per l’approvazione al Ministero vigilante al Ministero dell’economia e delle fi nanze. Ai componenti degli organi degli enti di cui al comma 13 i compensi, indennità o altri emolumenti comunque denominati ad essi spettanti sono corrisposti fi no alla data di soppressione. Per gli adempimenti di cui al primo periodo del presente comma ai componenti dei predetti organi spetta esclusivamente, ove dovuto, il rimborso delle spese effettivamente sostenute nella misura prevista dai rispettivi ordinamenti.
17. Per lo svolgimento delle funzioni attribuite, le amministrazioni incorporanti possono avvalersi di personale comandato nel limite massimo delle unità previste dalle specifi che disposizioni di cui alle leggi istitutive degli enti soppressi.
18. Le amministrazioni di destinazione esercitano i compiti e le funzioni facenti capo agli enti soppressi con le articolazioni amministrative individuate mediante le ordinarie misure di defi nizione del relativo assetto organizzativo. Al fi ne di garantire la continuità delle attività di interesse pubblico già facenti capo agli enti di cui al presente comma fino al perfezionamento del processo di riorganizzazione indicato, l’attività facente capo ai predetti enti continua ad essere esercitata presso le sedi e gli uffici già a tal fine utilizzati.