Stampa commerciale, un po’ di numeri
Nel corso del primo anno Digital Document magazine ha sviluppato una ricerca fra i lettori per indagare e analizzare il Commercial Printing. Questa inchiesta ha fin dalle prime
battute dato interessanti risultati: la maggioranza delle risposte provenivano da
chi ha un forte interesse nell’offset: una parte degli intervistati, per l’esattezza la metà più uno, l’ha contrassegnata come attività prevalente rispetto alla stampa digitale. Nel rendere più preciso l’identikit degli stampatori commerciali abbiamo chiesto in termini percentuali quanto del proprio fatturato fosse generato da attività di stampa offset o digitale: dalle risposte è emerso che dei 72 rispondenti il 52,4% genera dal 75 al 100% del proprio fatturato dalla stampa offset, il 28,6% si attesta fra il 50 e il 75%, mentre abbiamo un 14,3% che trae i propri proventi dalla offset in una percentuale fra il 50 e il 25%, seguito da una percentuale molto ridotta, pari al 4,8%, che non ha nemmeno un quarto della propria produzione in offset. Molto più proporzionata la divisione percentuale relativa alla stampa digitale, dove il 37,5% si attesta sotto il 25% e per tutti le altre fasce la percentuale si aggira su un 20,8% molto costante.
L’organizzazione aziendale
Gli intervistati hanno descritto la struttura della loro azienda in termini di organizzazione
del flusso di lavoro interno, di impiego di software gestionali o Mis. La sala stampa composta da dispositivi di stampa digitali in funzione accanto alle macchine offset richiede, per l’ottimizzazione dell’uso dei device di stampa, l’impiego di un flusso di lavoro in grado di automatizzare i processi e la selezione dell’output: e il 78,3% degli intervistati dichiara di avere in funzione un workflow ibrido. Le integrazioni sono però molto più contenute, in quanto solo il 30,4% degli intervistati ha acquisito un sistema Mis in collegamento con il flusso, e unicamente il 26,1% ha aggiunto la connessione del Crm al sistema di workflow.
I servizi aggiuntivi
La maggior parte dei 72 stampatori intervistati ha internalizzato le attività di finishing quali
nobilitazione, plastificazione e rilegatura. Quasi il 77% dei rispondenti possiede un reparto in
grado di fornire assistenza grafica e di impaginazione, percentuale praticamente identica a quella di chi è in grado di offrire servizi di archiviazione digitale. L’archiviazione cartacea è invece un servizio ormai di nicchia, proposto unicamente dal 19,2% dei rispondenti.
A riprova di come nella prestampa il digitale la faccia da padrone, il 96,2% degli stampatori ha dichiarato di avere un servizio di ricezione file via web.
I servizi di gestione delle transazioni e-commerce sono invece meno diffusi, solo il 30,4% delle aziende di stampa offre questa possibilità di pagamento; non sorprende che siano le stesse che mettono a disposizione dei clienti programmi di preventivazione on-line.
Applicazioni
Le applicazioni che prevedono la personalizzazione sono prodotte dal 36% degli intervistati considerando che il 24% dichiara di non personalizzare e il 40% non ha risposto a questo quesito. Addentrandoci nell’ambito delle applicazioni specifiche abbiamo analizzato le tirature medie per quelli che sono i lavori tipicamente commerciali: è emerso che il materiale promozionale si attesta intorno a una media prevalente tra le 1000 e le 2000 copie, con una cospicua fetta (il 58,3%) che sale anche oltre; i biglietti da visita, carta intestata hanno una media decisamente inferiore, più o me no fra le 500 e le 1000 copie,condividendo il campo coi biglietti augurali e i calendari; per oltre la metà dei rispondenti la categoria cataloghi sale oltre le 2000 copie, mentre i rapporti aziendali fanno da fanalino di coda, attestandosi fra le 200 e le 1000 copie.
Investimenti futuri
Abbiamo indagato l’orientamento dei futuri investimenti per l’aggiornamento tecnologico e servizi. Abbiamo riscontrato che ognuna delle aziende è intenzionata ad acquistare tecnologia, software e strumenti volti a implementare l’efficienza dei processi e a migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi offerti. Abbiamo quindi indagato l’orientamento all’acquisto. Il 50% degli intervistati si è detto intenzionato a investire nel prossimo futuro in un nuovo motore di stampa, mentre il 54,5% sta valutando l’acquisizione di nuovi sistemi di finishing. La stessa percentuale di aziende di stampa è orientata a includere nella propria offerta la modalità di vendita del web-to-print; rimanendo in tema di piattaforme il 40,9% dei rispondenti ha rivelato di voler passare a un sistema gestionale.
Il numero di stampatori italiani che si dichiara interessato a investire nel prossimo futuro in certificazioni di sicurezza e ambientali è ancora piuttosto basso: siamo al 31,8%, anche
se il numero di imprenditori sensibili a queste tematiche sta lentamente crescendo.