Digital Textile Conference Report

Lo scorso 30 settembre si è tenuta la Digital Textile Conference, convegno organizzato da FESPA e dedicato alla stampa digitale per il settore tessile. Una giornata che si è tenuta in una location particolarmente significativa: Milano. Una città che non è solo capitale della moda, ma che è anche ubicata al centro di un’area che – da Como a Bergamo – ospita alcune delle aziende che sono state protagoniste della trasformazione digitale dell’industria tessile.

Il programma della giornata – dedicato alla stampa tessile per abbigliamento e decor per restare sempre in tema con la location –  ha dato voce a tutti i player della filiera della stampa tessile ognuno dei quali ha contribuito al dibattito condividendo il proprio punto di vista sul cambiamento che ha interessato il settore negli ultimi anni e, soprattutto, la propria vision sulle prospettive per il prossimo futuro.

Si è cominciato con l’offerta di una classificazione dei diversi segmenti, iniziativa di FESPA Italia e di alcuni principali vendor del settore. Sono state condotte ricerche qualitative tra gli esperti, al fine di comprendere appieno quale sia la definizione di digital textile printing e il cui scopo è la differenziazione tra le varie aree: Tessile e dell’arredamento (abbigliamento e arredo); Industriale (automobilistico e tappeti); Soft Signage (cartelli e display); DTG (stampa direttamente sugli indumenti).

Ron Gilboa di InfoTrends ha poi tenuto una breve panoramica sullo stato del settore, sui trend in atto e su quello che ci si aspetta dal prossimo quinquennio, prima di chiamare sul palco i fornitori di tecnologia (MS Italy, Reggiani Macchine e Epson) per tracciare il percorso verso il successo commerciale con la tecnologia di stampa tessile digitale.

La mattinata si è chiusa con gli interventi delle Maison della Moda, rappresentate da Dario Garnero di Sistema Moda Italia e da Roberta Zacco di Versace, che hanno parlato delle possibilità aperte dalla stampa digitale, di quegli aspetti che ancora costringono a ricorrere alla stampa tradizionale e delle aspettative per il futuro, dove la stampa tessile digitale sarà sempre più protagonista.

Dopo il pranzo, i lavori sono ricominciati dando la parola ai designer tessili, che hanno messo in luce le sfide e le opportunità che si presentano loro e il modo in cui utilizzano la flessibilità della produzione tessile digitale in modo efficiente. Fulvio Alvisi dell’Associazione Italiana Disegnatori Tessili ha posto l’accento sul fatto che i cambiamenti sociali si riflettono sui cambiamenti del settore, mentre Jessica Kayll di Julien MacDonald si è concentrata sulla propria esperienza personale e su come la stampa digitale le ha permesso di fare cose prima impossibili – come creare in sole cinque settimane un’intera collezione di moda.

L’ultima parte della giornata è stata interamente dedicata agli stampatori – Andrea Ferrero (Miroglio Textiles), Lorenzo Zottar (The ColorSoup), Gianluca Brenna (Stamperia di Lipomo), Michela Garnero (Stamperia Serica Italiana), Lorenzo Frigerio (Tessile Srl) – ovvero coloro che sono stati i pionieri nell’adottare la stampa inkjet in produzione e che hanno contribuito allo sviluppo della stampa tessile digitale, lavorando in forte sinergia con i produttori di tecnologia. Ciascuno ha messo in luce come il vantaggio tecnologico acquisito rappresenti una leadership per tutta l’Italia, da incrementare ogni giorno per diventare delle eccellenze e dei modelli globalmente riconosciuti in termini di qualità e di servizio. Zottar, parlando della sua azienda, ha mostrato come quelle che pochi anni fa erano solamente idee possono diventare realtà: con un solo anno di vita, The ColourSoup rappresenta un esempio di innovazione, un servizio di web2print applicato al tessile che si rivolge sia all’ambito business che a quello consumer.

La chiusa è stata affidata a Antonio Sgroi di Optitex Italy, software house che ha realizzato un programma di progettazione 3D appositamente dedicato al textile: grazie a questo software diventa possibile creare abiti su misura e vedere come stanno in pochi passaggi, modificando non solo il modo in cui i designer lavorano, ma anche come i consumatori finali svolgono i loro acquisti.