Diamo rilievo alla stampa con l’embossing

La nobilitazione è uno degli argomenti caldi del settore e anche DDm ne ha parlato spesso. Negli ultimi mesi, fra l’altro, abbiamo discusso di vernici strutturate, di resinatura, di vernici tattili. Questa volta vogliamo concentrarci sulla tecnica dell’embossing.

Utilizzato già nell’Ottocento, l’embossing per molto tempo è stato un processo differenziato da quello di stampa. I miglioramenti tecnologici recenti hanno reso possibile la sua realizzazione in un unico processo, portando negli ultimi anni anche alla nascita dell’embossing digitale.

Embossed_Postcard,_Carnegie_Library,_Houston,_Texas

Inquadramento tecnico
L’embossing – come il suo contrario, il debossing – viene realizzato tramite un’alterazione della superficie del substrato, che presenta un effetto tridimensionale a rilievo sull’area interessata. Questo rende il prodotto più gradevole e ne accresce il potere attrattivo, agendo in particolar modo sulla vista e sul tatto. Tre sono gli elementi che vanno tenuti in considerazione nel processo di embossing in quanto hanno un grande impatto sul risultato finale:

  • la pressione, ovvero con quale intensità la matrice pesa sul substrato
  • il calore, che deve essere mantenuto costante per tutta la durata del procedimento.
  • La profondità della matrice. Generalmente stabilita nel progetto, può richiedere un aggiustamento in corso d’opera per garantire un risultato pienamente fedele all’originale a seconda del substrato utilizzato.

Tipologie di embossing
Una volta deciso di utilizzare questa tecnica, bisogna scegliere la tipologia che meglio si adatta a ciò che si vuole ottenere. Se, per esempio, il colore non è un elemento importante si può optare per il blind embossing, ovvero non distinguere l’area interessata a livello cromatico ma puntare tutto sul puro impatto tridimensionale. Aggiungere inchiostro al procedimento apre per contro tutte le possibilità cromatiche del caso, offrendo un valore aggiunto che può fare la differenza nel raggiungimento dei propri obbiettivi.

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La dicotomia fra presenza e assenza di colore è solo una delle tante scelte da fare nell’embossing. L’area in rilievo può essere lucidata o opacizzata, anticata o sottoposta a molteplici altri effetti, molti dei quali combinabili fra loro per una gamma di possibilità quasi infinita. Ad esempio può essere metallizzata, unendo il processo di stampa a caldo a quello di embossing.

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Agfa Graphics, distributore per l’Italia di MGI, offre il rivoluzionario prodotto JETvarnish 3D, con tecnologia Inkjet UV, che permette di realizzare embossing a spessore variabile, sia su stampati offset che digitali.  Questa soluzione elimina ogni passaggio tradizionale e apre così nuovi mercati, come la nobilitazione on-demand, mantenendo però produttività elevatissime, fino a 3000 fogli/ora, per produzioni industriali. Inoltre, con iFOIL on-line, si possono realizzare laminazioni di vario tipo in un unico passaggio, per ottenere effetti ancora più accattivanti e proporre prodotti unici. Se volete conoscere meglio le potenzialità di questa soluzione, cliccate qui e compilate il modulo.

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Le applicazioni
Dove si può usare l’embossing? Su una vasta gamma di materiali, che spaziano dalla carta alla plastica, dalla pelle alle lamine. Anche le applicazioni sono molteplici: biglietti da visita, brochure, francobolli (molto usato un tempo, oggi in modo molto più limitato), oggettistica varia (ad es. accendini, cover per smarphone), pelletteria,… Anche l’alfabeto Braille viene completamente realizzato tramite embossing.

di Federico Zecchini