A Viscom col core, ma non solo. Intervista con Vittorio Neri, Roland

Roland si è presentata in fiera con diverse novità, che siamo andati a scoprire facendo quattro chiacchiere con Vittorio Neri, communication manager di Roland DG Mid Europe

Anche in questo 2013 avete investito nuovamente su Viscom…
Siamo qui perché riteniamo che questa fiera, nonostante si sia ridimensionata rispetto agli anni d’oro della stampa digitale, rappresenti un momento di aggregazione importante. Per quanto estesa sia l’attività capillare svolta da un’azienda, questo è un luogo che riunisce in poco tempo oltre 10mila persone; bisogna magari adattare la tipologia della propria presenza – l’investimento che abbiamo fatto per questa edizione ad esempio è concettualmente differente da quello dell’anno scorso – ma è un momento senza dubbio importante per noi. E i risultati ci stanno dando ragione.

Come sono rispetto all’edizione passata?
Siamo perfettamente in linea, il che è un risultato notevole tenendo conto che nel 2012 Viscom operava su due padiglioni. La riduzione della superficie espositiva si è tramutata in una grande opportunità. I visitatori hanno potuto girare tutta la fiera subito, avendo quindi più tempo da dedicare a ciò che era di loro interesse. Fin dal primo giorno ci siamo trovati a parlare con gente che era interessata a conoscere dettagli e possibilità delle nostre soluzioni, e che soprattutto aveva tempo per approfondire. Il valore più importante oggi è quello di riuscire a dialogare con l’altro per capire di cosa a bisogno, quali esigenze sta cercando di soddisfare. Sembra banale da dire, ma non lo è. Se è vero che la quantità di Viscom si è ridotta, la sua qualità certamente no.

Quali sono gli aspetti più interessanti dell’offerta Roland quest’anno?
In questo periodo abbiamo la fortuna di poter presentare diverse novità. La prima è la VersaCAMM VS-i, che è stata lanciata a livello mondiale pochi giorni fa, il 2 ottobre. Stiamo parlando del nostro core business, di una linea di stampa&taglio completa sotto il profilo applicativo, in grado di stampare in quadricromia CMYK, light ciano, light magenta, bianco, metallico e light black. E’ una macchina che offre un’ampia serie di applicazioni grafiche tra cui banner da uso interno ed esterno, poster, grafiche con effetti metallizzati, adesivi ed etichette anch’esse metallizzate, grafiche da vetrina su supporti trasparenti, materiali per il wrapping, stampe d’arte su tele canvas e carte artistiche.

Poi c’è la Versa UV LEF-20, macchina UV desktop per l’oggettistica, che si è rivelata come una delle principali attrazioni dello stand, sempre circondata da nugoli di persone. Più grande come area di stampa rispetto all’altra macchina che abbiamo in gamma, permette di realizzare pezzi unici o in serie, in quadricromia, bianco o trasparente, con effetti di verniciatura anche a rilievo. Le possibilità applicative spaziano dalle palline da golf ai portachiavi, penne, oggetti in metallo, astucci, cover di dispositivi mobili, premi, targhe oppure oggetti di diverso tipo per usi consumer o industriali.

L’ultima novità è invece l’ampliamento della serie di flatbed UV Versa UV LEJ-F. Fino ad ora avevamo la versione con piano di stampa da 200 cm, ora abbiamo aggiunto anche le versioni da 250 e 320 cm, quest’ultima presente qui in fiera. Si tratta di una serie che ci sta dando buoni riscontri e di cui abbiamo già avuto diverse installazioni.

Nel corso degli anni il pubblico di Viscom si è modificato, andando ad abbracciare nuovi settori. Come avete vissuto questo mutamento?
In fiera il cambiamento si sente e fuori è ancora più forte. Le richieste che arrivano dal mercato parlano di nuove esigenze e di nuovi modi di utilizzare le tecnologie. Un esempio è quello dell’interior design, che cinque anni fa era completamente assente e che oggi è invece un mercato ben presente e di interesse per stampatori che prima non pensavano di poterlo annoverare fra i propri target. Anche l’allargamento delle tipologie di materiali stampabili va in questa direzione: gli asset non stanno mutando, sono le possibilità di utilizzare le tecnologie disponibili che crescono, offrendo sbocchi prima impensati. Ormai le nicchie di mercato raggiungibili senza mutare gli asset sono decine.

di Federico Zecchini