3D printing, un mercato da 7,3 miliardi di dollari

UPS e TCA (Consumer Technology Association) hanno rilasciato uno studio dal quale emerge che già nel corso del 2016 il mercato della stampa 3D raggiungerà un valore complessivo di 7,3 miliardi di dollari, suddivisio in mercato principale (sistemi di stampa, materiali, servizi) e secondario (strumenti vari e prodotti collegati agli stampi).

L'analisi, basata su studi pregressi e su interviste con aziende americane che hanno già adottato la stampa 3D, mostra un notevole sbilanciamento geografico, con gli USA che la fanno da padroni (40%), seguiti dall'Europa (28) e dall'Asia/Pacific (27).

Per quanto riguarda i settori di mercato, i più sviluppati sono automotive e elettronica di consumo (20% di market share ciascuno), dove la stampa 3D viene primariamente utilizzata per la prototipazione e solo in seconda battuta per la produzione vera e propria. Quest'ultima è invece la prima ragione per l'adozione del 3D printing nell'ambito medicale (15%), in cui svariate tipologie di protesi vengono già oggi prodotte con questa tecnologia.

Lo studio si è anche focalizzato sulla tematica materiali, indagando su quali ambiti siano ritenuti più interessanti dagli utilizzatori: in prima posizione ci sono i metalli, ritenuti prioritari dall'84% dei rispondenti. A seguire gomme e smili (61%), plastiche per alte temperature (60%), fibre di carbonio (52%) e materiali conduttivi (42%)

Ad oggi, ciò che viene prodotto in 3D rappresenta solamente lo 0,04% dell'intero settore manifatturiero. La ricerca calcola che, con il passaggio dalla prototipazione alla produzione, tale share raggiungerà rapidamente il 5%, ovvero un valore complessivo di 640 miliardi di dollari.